Per la capacità di raccontare una gamma di emozioni che un padre attraversa nel incontrare di nuovo un figlio distante, attimo per attimo in un palleggio continuo tra pensiero e sentire, permettendo allo spettatore di viaggiare con lui attraverso la sua fatica e il suo desiderio, il suo ascolto e la sua ricerca di un riincontro profondo.

Per la regia che riesce a delineare con efficacia e originalità una storia e un personaggio complessi.

La giuria popolare composta da:
D’Artefatti, Sisma, Treviso Incoming, Cineforum Gagliardi, 7Visioni, Emanuela Rosti, Elisa Rasera, Novella Busolin, Stefano Bosco.

Per la capacità di raccontare una condizione attuale come un mito antico, unendo significati universali all’esperienza quotidiana, e per la potenza con cui impone allo spettatore occidentale uno sguardo impietoso sulle proprie colpe.